TFR e Fondi Pensione: come risparmiare migliaia di euro, alleggerire il carico fiscale (ora e per sempre) e far felici i tuoi dipendenti

TFR e Fondi Pensione

Negli ultimi tre anni la situazione economica è drasticamente cambiata (in peggio) e per molti imprenditori è diventato difficile portare avanti la propria azienda.

Gli effetti della pandemia, l’instabilità economica causata dalla guerra, i rincari dei costi energetici, la scarsità di materie prime, l’esplosione dell’inflazione (speriamo che l’elenco si fermi qui)… rendono sempre più ostico condurre un’impresa.

In queste situazioni – quando non ci sono possibilità di manovra all’esterno – risorse insperate possono essere trovate dentro l’azienda, consentendo risparmi anche di centinaia di migliaia di euro.

Forse non lo sai ma…

la quasi totalità delle imprese possiede dei veri e propri tesori nascosti.

Tesori che però restano nell’oscurità finché non ci si affida a professionisti che, proprio come abili investigatori, attraverso un’accurata analisi riescono a portare alla luce gli elementi su cui è possibile intervenire per ottimizzare il carico fiscale e far fruttare al meglio le risorse a disposizione.

In questo articolo scoprirai come l’inflazione erode la tua cassa aziendale anche dall’interno e come un imprenditore che ho assistito è riuscito a ottenere:

  • risparmi di costi vivi per circa 200.000€ 
  • riduzione del carico fiscale aziendale
  • dipendenti sereni, felici e produttivi.

E sai qual è la cosa più interessante? La stessa strategia è applicabile in ogni azienda… sì, anche la tua!

Un’altra brutta sorpresa per l’imprenditore

Ormai ci stiamo abituando alla vertiginosa crescita dell’inflazione, che fa sentire i suoi effetti negativi nella società, nella vita di ogni giorno e nella gestione aziendale.

Molti imprenditori si sono ritrovati da un giorno all’altro tra l’incudine e il martello: da un lato un improvviso e sproporzionato aumento dei costi, dall’altro un’economia generale in forte contrazione che riduce i volumi delle entrate.

Per le casse aziendali significa una marginalità risicata e tante imprese stanno vivendo situazioni critiche, con un clima generale sempre più cupo su cui aleggia lo spettro della recessione.

Come consulente assicurativo-finanziario specializzato nel dare supporto alle attività imprenditoriali, in questi mesi ho approfondito molto questo tema…

sappi che l’inflazione prosciuga il tuo capitale anche dall’interno.

Gli effetti dell’inflazione che non vedi: una voragine che si apre sulla cassa aziendale

Immagino tu sappia già che per ogni dipendente:

  • è obbligatorio accantonare il relativo TFR (Trattamento di Fine Rapporto, o più comunemente “liquidazione”) che consiste in un credito certo, liquido ed esigibile
  • non appena cessa il rapporto di lavoro, l’ormai ex-dipendente ha diritto di richiederlo all’azienda e gli deve essere liquidato entro il periodo previsto dal tipo di contratto (solitamente pochi mesi).

Se è noto che il TFR ha un impatto diretto sulla cassa aziendale quando termina il rapporto di lavoro, molto meno conosciuto è il suo impatto indiretto causato dalla rivalutazione del TFR quando l’inflazione aumenta.

Infatti:

ogni anno il TFR deve essere rivalutato dell’1,5% + il 75% dell’inflazione annua

Considerando che in Italia l’inflazione nel 2022 ha raggiunto lo spaventoso 12%, l’impatto sui costi indiretti dell’azienda è molto forte, perché la rivalutazione equivale a circa il 9%!

MA c’è un aspetto critico che è fondamentale conoscere: la rivalutazione comprende TUTTO l’importo accantonato, non solo l’ammontare dell’ultimo anno.

Bastano 5 dipendenti che lavorano in azienda da 10 anni per ipotizzare un accantonamento di circa € 100.000, che dà origine a un esborso imprevisto di € 9.000.

E con più dipendenti e più anzianità di lavoro il tutto assume proporzioni mostruose (tra poco vedrai i numeri reali del caso che ho trattato).

Tu conoscevi questi effetti dell’inflazione sulla rivalutazione del TFR e le conseguenze sulla tua cassa aziendale?

Te lo chiedo perché so per certo che tantissimi imprenditori sono stati colti alla sprovvista… 

Nei 10 anni precedenti a questo periodo di crisi, l’inflazione si è assestata su un valore medio dell’1,5%.

Con valori così bassi le aziende non hanno percepito la crescita dell’aumento di TFR da accantonare, poiché il costo è stato contenuto, fino a dimenticarsi di prestare attenzione all’impatto della rivalutazione.

Ma di chi è questa responsabilità… dell’imprenditore?

No, spetta al tuo consulente far suonare questo campanello d’allarme. Purtroppo però, considerata la situazione del mercato assicurativo italiano, è successo raramente.

Tuttavia non finisce qui: le brutte notizie continuano!

Questo costo vivo continuerà a mangiare le risorse delle aziende italiane anche per i prossimi 2-3 anni, nei quali si prevede sì un abbassamento dell’inflazione, ma in modo molto lento e con valori comunque alti rispetto alla media degli ultimi decenni.

Tutto questo comporta una continua crescita della rivalutazione del TFR, di anno in anno, con altri scossoni sulla cassa aziendale.

Per darti un’idea attendibile di cosa accadrà devi sapere che – se tutto va bene – l’inflazione scenderà  sotto il 10% verso fine 2022, al 6-7% entro la fine del 2023, e tornerà a livelli accettabili (2-3 %) solo nel 2025.

Naturalmente al netto di ulteriori terremoti economici

Quello che ci hanno insegnato gli ultimi anni  è che i “cigni neri” possono arrivare anche uno di seguito all’altro e per avere possibilità di tenere viva l’azienda è fondamentale imparare a gestire l’imprevedibile.

In contesti così difficili, anche quando ci si sente in un vicolo cielo con le spalle al muro, essere affiancati da un consulente preparato permette di trovare insperate via d’uscita, proprio come quella di…

Trasferire il TFR aziendale in un fondo pensione: gli enormi (e sconosciuti) Benefici per l’Azienda

Sebbene siano passati diversi anni da quando è stata introdotta la legge che permette di trasferire il TFR in un fondo pensione – era il 2007 – ancora oggi è una soluzione poco adottata e poco capita.

Analizzando il mercato emerge che circa il 75% del TFR rimane in azienda, con mancati benefici sia per l’imprenditore che per i dipendenti.

Inoltre, in molte aziende è diffusa la pratica di considerare il TFR come una riserva di cassa da utilizzare all’occorrenza, comportamento pericoloso poiché si tratta di un credito che il dipendente matura e che è necessario poter versare nei termini previsti per legge.

Senza una gestione strutturata e una corretta pianificazione diventa frequente che il “dover pagare la liquidazione” si trasformi in un problema, incidendo sulla cassa utilizzata per le normali operazioni e causando scompensi anche gravi all’azienda, se non addirittura andando a intaccare il patrimonio personale dell’imprenditore.

Considerato che il Trattamento di Fine Rapporto è una voce di costo del lavoro (pari al 7,41% della retribuzione lorda) che l’azienda è obbligata a corrispondere per legge, per un buon imprenditore non ha senso gestirlo in modo approssimativo (o non gestirlo affatto).

Soprattutto considerando che trasferirlo in un Fondo Pensione ti porta significativi vantaggi fiscali:

  • risparmi il versamento al Fondo di Garanzia INPS pari al 0,20% delle retribuzioni
  • risparmi la rivalutazione annua prevista per legge pari all’ 1,5% fisso + 75% dell’inflazione (la stessa approfondita in questo articolo e di cui hai appena scoperto l’impatto economico)
  • hai un beneficio fiscale che comporta la deduzione del reddito di impresa del 4% (fino a 50 dipendenti in azienda) o del 6% (se più di 50 dipendenti) e questa percentuale si applica all’importo del TFR conferito nel fondo pensione
  • hai un beneficio contributivo che prevede una riduzione dello 0,28% sugli oneri sociali che l’azienda è tenuta a versare (ad es. per disoccupazione o assegni familiari).

Tutto questo si traduce in un importante risparmio economico, ora e per il futuro.

Spostare il TFR in un fondo pensione è un’attività che puoi fare anche tu.

A prescindere che la tua azienda sia piccola o grande, ottieni sempre enormi benefici poiché il risparmio è in proporzione al numero di dipendenti e a quanto accantonato.

E non finisce qui: attuando questa strategia il ritorno è sorprendente anche per i tuoi dipendenti.

Il tessuto economico italiano è principalmente formato da PMI, che in media non superano le 2-3 generazioni e che hanno un patrimonio tangibile non di elevata importanza.

Non è un mistero che in Italia far crescere in modo sano e sostenibile la propria impresa è sempre più difficile.

Oltre a tutto quello che ci è piombato addosso negli ultimi anni, ogni giorno l’imprenditore lotta contro i problemi, le carenze strutturali e la poca innovazione di questo paese.

In un contesto simile è facile comprendere perché una delle principali paure dei lavoratori è quella di non vedere mai la liquidazione, a causa di un utilizzo improprio (e quindi del mancato accantonamento) o a seguito di chiusura dell’azienda.

È vero che il Fondo di Garanzia dell’Inps dovrebbe tutelare il lavoratore anche in questi casi, ma spesso ciò avviene dopo complesse procedure giudiziali e verifiche che allungano all’infinito i tempi per ricevere qualcosa che spetterebbe subito.

All’opposto, il TFR che viene trasferito in un fondo pensione beneficia del fatto che compagnie assicurative e banche italiane hanno dei sistemi di protezione molto elevati e apposite riserve a garanzia del ramo vita (centinaia, se non miliardi, di euro).

Questi sistemi tutelano il dipendente e salvano il TFR anche nelle situazioni limite di:

  • fallimento dell’impresa
  • fallimento della compagnia assicurativa (consiglio personale: è sempre meglio utilizzare grosse compagnie, che sono ancora più tutelate dallo Stato).

Anche se ora l’azienda è solida e in salute, non è possibile conoscere come andrà in futuro: chiusure per repentini cambiamenti del mercato o a seguito di faide interne sono all’ordine del giorno.

È per questi motivi che utilizzare i Fondi Pensione invece del TFR permette di raggiungere un livello di protezione e garanzia altrimenti inarrivabile.

Passare ai fondi pensione significa per te imprenditore “certificare” che l’azienda non utilizza impropriamente il TFR e anzi, lo mette al sicuro (ti togli anche il peso emotivo di non essere in grado, per imprevisti vari, di pagare la dovuta liquidazione a chi per anni ha dato il suo contributo in azienda).

Inoltre, i tuoi dipendenti si ritroveranno una liquidazione di gran lunga più sostanziosa e così facendo – aiutandoli a ottenere ogni possibile beneficio fiscale – contribuisci allo sviluppo di una relazione azienda-lavoratori più sana che porta alla crescita di fedeltà e produttività.

Lo strano dilemma: perché rinunciare a tutti questi vantaggi?

Ancora oggi sono pochi i dipendenti con contratto a tempo indeterminato che sanno di poter risparmiare l’8% (come minimo) di tassazione sul TFR: valore che negli anni si traduce in migliaia di euro.

La scarsa consapevolezza dei vantaggi economici del Fondo Pensione rispetto al TFR standard preclude a molti lavoratori dipendenti una liquidazione netta più grande, grazie a una tassazione più bassa e senza un esborso diretto.

Perché buttare – letteralmente – una grossa fetta di liquidazione?

In Italia la tassazione per il lavoratore dipendente va dal 23 al 43%, e gli stessi valori si applicano quando viene liquidato il TFR.

Utilizzando invece un fondo pensione, la tassazione va dal 9 al 15%.

Non servono calcoli: il grande beneficio è subito visibile, non credi?

Nel momento in cui il rapporto di lavoro termina, sia per un cambio di lavoro o per il raggiungimento del traguardo della pensione, poter contare sul tesoretto della liquidazione permette di affrontare la nuova fase di vita con più serenità.

Purtroppo, oggi nella maggior parte dei casi una grossa fetta di questo tesoretto viene mangiata dalle tasse e la sensazione che resta dopo aver ricevuto l’accredito è quella di un importo monco.

Ecco un esempio pratico e concreto di quello che succede, ipotizziamo una situazione che ci facilita i calcoli in cui il dipendente ha maturato € 100.000:

  • considerando come aliquota IRPEF il 25% (è il caso più comune), il dipendente riceve € 75.000 come netto liquidato e i restanti € 25.000 finiscono in tasse: un quarto in meno.

Se invece lo stesso dipendente avesse fatto confluire il TFR nel fondo pensione, e vale anche se il cambio avviene a pochi anni dal termine dell’attività lavorativa, avrebbe ottenuto una tassazione del 15% (anziché del 25%).

Questo significa che, tornando all’esempio dei € 100.000, vengono trattenuti € 15.000 invece di € 25.000, per un guadagno di € 10.000!

Inoltre, se il dipendente utilizza il fondo pensione da più anni, può avere diritto a una tassazione al 9% e ricevere così una liquidazione di € 91.000, con un guadagno rispetto al TFR di € 16.000.

IL TUTTO A PARITÀ DI CONDIZIONI, DI ANNI DI LAVORO, DI IMPORTO ACCUMULATO E SENZA ALCUNO SFORZO AGGIUNTIVO.

Ma non finisce qui…

…i vantaggi dei Fondi Pensione per i dipendenti sono ancora più ampi!

Oltre ai due grandi benefici già visti, i fondi pensione possiedono altre preziose caratteristiche:

  • rivalutazione media di gran lunga superiore (dal 4 all’8% annui), condizione che fa lievitare considerevolmente l’importo versato. È un aspetto molto importante perché permette di compensare la scarsità del potere d’acquisto data dalla pensione statale e mantenere così un buon tenore di vita
  • sono ancora uno dei pochi strumenti non pignorabili e non sequestrabili (l’Agenzia delle Entrate potrebbe pignorare al massimo 1/5 della rendita)
  • è possibile indicare i beneficiari ereditari (il TFR segue la successione legittima)
  • c’è la possibilità di contribuire volontariamente (anche con piccoli importi mensili), risparmiando in tasse e assicurandosi così la grande opportunità di partecipare al rialzo dei mercati finanziari e godere di rendimenti di lungo periodo elevati.

Bene, ora hai un quadro chiaro e definito degli effetti nascosti dell’inflazione sulla tua cassa aziendale e di tutti i benefici che il passaggio del TFR in fondi pensione porta a te e ai tuoi dipendenti.

È giunto il momento di svelarti come ho affiancato un imprenditore nel gestire questa problematica.

Un risparmio per la cassa aziendale di oltre € 200.000… come è stato possibile?

Io e il mio team siamo partiti, come sempre, da un’analisi approfondita e complessiva della struttura aziendale e di ogni area di rischio.

Dopo esserci accertati che non ci fossero rischi scoperti che potevano abbattersi come valanghe e dare il colpo di grazia alla continuità produttiva, abbiamo scandagliato ogni possibilità per far ottenere all’azienda i massimi vantaggi attraverso l’ottimizzazione del carico fiscale.

Spesso si dedica molto tempo ed energie alla ricerca di soluzioni esterne per incrementare le entrate aziendali, ignorando la possibilità di far fruttare ciò che è già presente all’interno dell’azienda e che ha un grande potenziale.

Analizzando la situazione relativa al TFR, con 46 dipendenti e un accantonamento di circa 1,2 milioni di euro, è emerso un importo di rivalutazione relativo all’anno 2022 pari a € 117.000.

Un macigno per la cassa aziendale che, considerando anche le previsioni per il 2023 e il 2024, sarebbe aumentato fino a gravare sull’impresa per un importo complessivo di oltre 270.000 euro.

(quando ho comunicato l’entità di questo ulteriore costo vivo, l’imprenditore l’ha presa come l’ennesima mazzata e non ti nego che il suo sconforto era palpabile)

Abbiamo quindi optato per un fondo pensione collettivo: una soluzione che ha un grande potenziale ma che, come hai appreso leggendo l’articolo, purtroppo viene perlopiù ignorata.

Con una strategia ideata su misura e trasferendo il Trattamento di Fine Rapporto nel fondo pensione collettivo potevamo far risparmiare all’azienda circa 200.000 euro (subito) e garantire risparmi fiscali anche per gli anni avvenire, ma ci siamo trovati davanti un ostacolo imprevisto:

i sindacati

Sebbene si prospettava una transazione molto vantaggiosa per entrambe le parti, per attuarla è stato necessario ottenere il benestare dei sindacati (ricordi che ti parlavo delle difficoltà di fare impresa in questo paese… appunto).

Si è rivelata una condizione obbligata, dato il numero rilevante di dipendenti e l’importante valore accumulato nel bilancio aziendale.

Spesso gli accordi che prevedono la presenza dei sindacati si rivelano lunghi e contorti.

In questo caso ogni aspetto è stato studiato a fondo per portare i massimi vantaggi sia all’azienda che ai lavoratori e il tutto è stato comunicato in modo chiaro.

Così, nonostante quest’ulteriore passaggio e altri documenti da presentare, siamo riusciti ad arrivare in tempi brevi al traguardo della stipula di un accordo bilaterale firmato da tutti i dipendenti, che ha consentito il trasferimento del TFR nel fondo pensione e dato immediato ossigeno alle casse aziendali.

A dimostrazione che quando si lavora bene e con professionalità,
ogni ostacolo può essere superato.

Anche tu puoi proteggerti dalle insidie di questo terribile periodo e ottimizzare la protezione e la crescita aziendale

Il momento storico ed economico è particolarmente difficile.

Le brutte sorprese per le aziende sono all’ordine del giorno e basta guardare gli effetti dell’inflazione di cui ti ho parlato in questo articolo per rendertene conto.

Oggi risparmio fiscale e abbattimento dei costi indiretti devono diventare due priorità per gli imprenditori, perché possono restituire insperate risorse per la continuità aziendale.

E per farlo è imprescindibile essere affiancati da professionisti preparati e capaci di fare la differenza, che trovano soluzioni su misura e anticipano i problemi (esattamente come ti ho raccontato).

È un punto importante che tengo a ribadire, perché la quasi totalità dei consulenti italiani si limita solo a chiamare una volta l’anno per ricordare all’imprenditore il pagamento della polizza e non fa niente di realmente concreto per assisterlo:

se è una situazione che ti suona familiare è ora di cambiare, prima che sia troppo tardi.

Io e tutta la squadra di MarFis Advisors affianchiamo imprenditori e professionisti nel raggiungere la piena consapevolezza della propria situazione e sappiamo indicare le migliori azioni di tutela e valorizzazione.

Tutto questo è possibile grazie a PATRIMONIO PROTETTO, una metodologia unica che:

  • fa un’analisi scientifica del tuo patrimonio e della tua azienda per rendere chiaro ogni elemento di rischio e di miglioramento
  • ti rende consapevole di eventuali criticità a livello di protezione e ti permette di fare scelte con protezioni allineate a quello che ti serve davvero
  • individua tutti gli aspetti su cui è possibile ottenere benefici fiscali e ti guida alla valorizzazione delle tue risorse attraverso una pianificazione finanziaria strategica.

Sono sempre più gli imprenditori che grazie a PATRIMONIO PROTETTO si sono messi al riparo dai rischi e dalle brutte sorprese dell’attuale situazione economica, ottenendo grandi benefici fin da subito.

Se anche tu vuoi ottimizzare ogni aspetto della tutela aziendale e favorire la prosperità della tua attività imprenditoriale, scopri subito quanto è in grado di fare per te:

Alla Prossima!

Filippo Fischietti

Il tuo interesse verso il TFR dimostra che hai a cuore la tua tutela.

Ma senza un’analisi approfondita della tua situazione, qualsiasi strumento può rivelarsi inefficace (e lo scopri solo quando ormai è troppo tardi).

Proprio per evitarti questo rischio, è nato PATRIMONIO PROTETTO:

il Metodo di Tutela Patrimoniale specifico per Imprenditori e Professionisti, che definisce la migliore strategia di Protezione del Reddito e Pianificazione Finanziaria.