Logo Marfis

La (scomoda) verità sui consulenti assicurativi e finanziari in Italia

conflitto consulenti assicurativi

Con questo articolo parto subito a gamba tesa…

Sai che il consulente assicurativo-finanziario a cui ti affidi potrebbe non lavorare nel tuo pieno interesse?

Devi infatti sapere che ci sono buoni e cattivi consulenti:

  • il buon consulente è preparato e guarda sempre al tuo interesse, puoi considerarti fortunato ad averne uno al tuo fianco;
  • il cattivo consulente (o pseudo-consulente) è poco preparato e mette i suoi interessi davanti ai tuoi: ti fa pagare premi per polizze che non ti danno né vantaggi né protezione.

So che quando si sceglie un consulente si è portati a “fidarsi”, soprattutto se si tratta di un conoscente o una persona di famiglia.

Ma purtroppo i cattivi consulenti sono di gran lunga più diffusi di quelli buoni e “fidarsi a prescindere o conoscerli di persona” non sono metri di giudizio validi per essere sicuri che ti assistano nel modo corretto.

Svolgendo con professionalità il mio compito di consulente assicurativo-finanziario ormai mi sono abituato a ricevere clienti che hanno avuto brutte esperienze con dei colleghi (o pseudo-tali!).
E so che se la persona a cui ti rivolgi fa un lavoro approssimativo le conseguenze possono essere devastanti, perché mettono in pericolo il tuo reddito, la tua famiglia, la tua impresa.

So anche che questo è uno di quegli argomenti che scotta, un tema scomodo, di cui si preferisce non parlare e sul quale è difficile trovare informazioni attendibili… si continua a nascondere lo sporco sotto il tappeto, invece di dare una bella ripulita.

Ma è importante per te scoprire come funzionano davvero le cose in questo mondo, perché così hai gli strumenti per valutare l’utilità dei prodotti che ti vengono proposti e capire se la persona a cui ti affidi ha davvero a cuore il tuo bene…

…o se al contrario sta lavorando per il suo interesse e tu ci stai rimettendo, in termini di prodotti inefficaci, condizioni che ti ingabbiano e rischi scoperti che potrebbero vanificare tutto l’impegno e il lavoro fatto per arrivare dove sei ora.

Con questo articolo voglio darti la possibilità di capire se chi ti affianca lo fa nel suo interesse o nel tuo, in modo che tu possa stare alla larga da pseudo-consulenti impreparati e senza scrupoli.

Il Conflitto di Interesse del Consulente Assicurativo-Finanziario spiegato semplice

Il conflitto di interesse si verifica quando un consulente ti propone un prodotto/servizio che NON è nel tuo massimo interesse (nei casi peggiori l’utilità è pari a zero).

Esiste ed è noto in tutto il settore assicurativo (molto meno ai clienti) e si interpone a forza nella relazione tra il consulente e il suo assistito.

Si concretizza quando i prodotti assicurativi e di investimento che ti vengono proposti non hanno le garanzie appropriate per la tua situazione e non risultano efficienti nel tutelare il tuo reddito e il tuo patrimonio.

Ciò accade principalmente perché il consulente, o meglio lo pseudo-consulente, opera:

  • per trarre i massimi ricavi per sé e per la compagnia,
  • è incapace di mettersi nei tuoi panni e analizzare cosa effettivamente ti serve.

Ricorda sempre che ogni consulente – degno di questo nome – prima dovrebbe apprendere a fondo la tua situazione e poi, con il quadro chiaro ben definito, porsi queste domande:

“qual è il prodotto migliore per questo cliente?
Qual è la soluzione che gli garantisce contemporaneamente il massimo risultato (di tutela e/o guadagni) e il miglior investimento economico?”

Trovare la risposta significa in molti casi rinunciare a proporti prodotti che farebbero guadagnare più denaro… ma è l’unico modo per mettere il TUO interesse davanti a tutto.

Purtroppo sono pochi i consulenti che utilizzano questo approccio, con conseguenze che si rivelano spesso tragiche per il cliente, che lo scopre però quando ormai è troppo tardi

Conosco bene queste dinamiche e se hai letto i miei precedenti articoli sul mondo assicurativo-finanziario o visto qualche mio video sul canale YouTube di MarFis, sai già che la mia missione è portare la massima consapevolezza su questi temi e fare di tutto affinché persone e imprenditori siano davvero tutelati.

Tra poco ti mostrerò quei meccanismi e quelle caratteristiche che devi considerare come segnali d’allarme (ne scoprirai ben 6), per capire subito se ti trovi nel pieno di una situazione in cui si sta generando un conflitto e il TUO CONSULENTE opera nel SUO INTERESSE.

Le condizioni che ti incatenano a contratti inefficaci (e che ti si ritorcono contro)

L’aspetto più immediato e facile che puoi individuare è la presenza di vincoli.

I due principali a cui ti consiglio di prestare la massima attenzione sono:

  • vincolo per numero di anni: nel momento in cui adotti uno strumento vincolato a un alto numero di anni, se non riesci a portare a termine tutto il periodo previsto ci rimetti.

    Ad esempio, se hai uno strumento vincolato a 20 anni e per necessità improvvise richiedi i soldi dopo 5 anni, subisci fortissime penalità economiche (potresti perdere la metà di quanto versato).
    Capita spesso che il cattivo consulente “si dimentichi” di dirti i rischi che corri se non completi i versamenti.

    Il buon consulente invece valuta con te lo strumento in base alle tue possibilità reali di portarlo a termine ed è sempre cristallino su cosa accade in caso di chiusura anticipata.
  • vincolo per costo percentuale: se noti elevati costi di gestione, come ad esempio 8, 10 o 15% del capitale versato, e il consulente non ti ha esplicitato a fondo il perché di questi costi – o peggio fa finta che non ci siano – significa solo che sta agendo e suo favore.

    È corretto che ci sia una quota che va al consulente come compenso per il suo lavoro, ma questa quota deve essere concordata e avere un’incidenza commisurata al tipo di lavoro e impegno richiesto (non deve essere una tassa alta a prescindere).

Segnale d’allarme 1: più il vincolo è forte e più la parcella del consulente è garantita… e più tu rischi.

Purtroppo, fino a qualche anno fa prodotti con queste caratteristiche sono stati i più promossi dal mercato assicurativo-finanziario.

In tantissimi casi hanno causato grande delusione dell’assistito che ha ricevuto meno di quanto promesso o è stato costretto a rimetterci.

E hanno contribuito a diffondere la cattiva nomea che oggi contraddistingue la categoria degli assicuratori, ampliata anche dal modo di operare delle compagnie stesse.

Le forzature del mondo assicurativo-finanziario

Non è un mistero che ci sono prodotti e soluzioni che piacciono maggiormente alla compagnia assicurativa e prodotti che piacciono meno.

I prodotti preferiti dalle compagnie sono quelli con margine di guadagno molto alto e/o rischiosità molto bassa.

In entrambi i casi la compagnia è statisticamente in profitto su questi prodotti, per questo sono quelli che tende a sponsorizzare e spingere di più.

Se il tuo consulente come prima cosa ti offre “la campagna del mese, con il prodotto premium offerto a condizioni super vantaggiose”, allerta tutti i tuoi sensi.

In questi casi non è detto che il prodotto sia dannoso, ma quasi sicuramente è standardizzato.
Significa che non è tarato sulle tue specifiche esigenze.

In situazioni come queste, anche per il consulente con forte etica può essere difficile rapportarsi con la compagnia e dire: “No, non voglio vendere questa soluzione perché non la ritengo adatta”.

Le pressioni che riceve sono così forti che se non ha già un’agenzia strutturata e un numero di clienti ampio potrebbe essere forzato dalla compagnia ad agire come non vuole (NDA: questo succede anche con i prodotti bancari e postali).

Ma anche in questi casi, se il consulente è preparato sa che ha un’arma per lavorare in modo etico: la legge.

Tieni sempre presente che un consulente è obbligato a farti firmare un documento chiamato “adeguatezza”, che nasce proprio per garantire il rispetto dei TUOI interessi e prevede che venga fatta una valutazione delle tue necessità, a cui il prodotto offerto deve rispondere.

È un passaggio imposto dalla legge che deve avvenire prima dell’accettazione di una polizza assicurativa o di un piano d’investimento.

Segnale d’allarme 2: poiché molti intermediari saltano la procedura, questo documento ti viene spesso “nascosto” tra le tante carte da firmare quando si chiude il contratto.

Pensaci un attimo… quante volte il tuo consulente, prima di proporti un qualsiasi prodotto, ha fatto un’analisi accurata della tua situazione e ti ha riportato in modo comprensibile i risultati emersi, ti ha illustrato il documento “adeguatezza” e indicato come il prodotto è utile per te?

Gli oscuri retroscena del mercato assicurativo e finanziario italiano

Il nostro mercato è formato principalmente da compagnie assicurative, istituti finanziari (come banche o fondi), società di gestione, che sviluppano dei prodotti da collocare sul mercato attraverso una rete, che può essere fisica, ibrida, online.

In Italia la fa ancora da padrone la rete fisica con il 90% della gestione e la maggior parte delle vendite dei prodotti assicurativo-finanziari avviene attraverso:

  • sportelli bancari;
  • uffici postali;
  • agenzie assicurative;
  • consulenti finanziari;
  • private banker;
  • agenti sul territorio.

Il mercato online ha una bassissima penetrazione perché in questo settore si trattano tematiche sensibili e la persona – giustamente – preferisce parlare con una persona fisica che sappia illustrare in dettaglio le soluzioni più adatte alla sua specifica situazione…

…peccato che quasi nessun consulente lo faccia davvero!

Considera che il fatto che una persona lavori in Banca o per un’assicurazione non è condizione sufficiente a indicare che sia un esperto del rischio o in grado di valutare accuratamente la tua situazione.

A questo aggiungi che nella maggior parte dei casi, l’obiettivo principale di queste “istituzioni” è soddisfare… gli azionisti (e non te cliente finale).

Quello che accade in realtà è che istituti e compagnie sviluppano un prodotto e lo affidano alla rete per la distribuzione ai clienti finali.

È un approccio top-down (dall’alto al basso), che parte dal top management: banche e compagnie intercettano nel mercato di riferimento problematiche ed esigenze generiche e costruiscono soluzioni che poi offrono al dettaglio.

Comprendi il meccanismo malato di tutto questo?

Vengono creati prodotti generici che devono adattarsi a situazioni specifiche, ma ogni persona, ogni imprenditore, ogni azienda, ha caratteristiche uniche e necessita di soluzioni su misura, altrimenti non funzionano (o funzionano poco).

Segnale d’allarme 3: il consulente ti propone soluzioni preconfezionate senza conoscere a fondo la tua situazione e le tue vere esigenze.

Questa è la vera falla che porta il mercato italiano (più di altri mercati) a essere dominato dal conflitto di interesse.

Una situazione tragica se ci pensi…

Ma non disperare: tra poco scoprirai fino in fondo come non esserne vittima.

Come smascherare e annientare il conflitto di interesse (ed essere davvero tutelato)

Per non agire in conflitto di interesse, il tuo consulente dovrebbe fare l’opposto di quanto appena visto, quindi adottare un approccio bottom-up (dal basso all’alto) che:

  • individua le problematiche presenti nel mercato di riferimento
  • analizza la singola persona / azienda / famiglia per capire i rischi e le necessità di tutela e crescita.

Il percorso è completamente ribaltato e questo fa sì che:

  • possano emergere i tuoi problemi e bisogni reali
  • vengano attuate soluzioni su misura per te, attraverso diverse compagnie.

Segnale d’allarme 4: se il consulente è vincolato a una sola compagnia non avrà la possibilità di cercare quella soluzione che è realmente la migliore per te.

Partire dal cliente e non più dal prodotto:
questa è la soluzione per lavorare senza conflitto.

Ora voglio addentrarmi ancora più in profondità e mostrarti come dovrebbe comportarsi il consulente nella gestione dei due diversi ambiti Retail e Business:

  • Clienti Retail: persone fisiche, famiglie;
  • Clienti Business: professionisti, imprenditori di aziende piccole – medie – grandi.

Il cliente retail

Ogni persona vive una situazione unica, contraddistinta da aspetti come l’area geografica in cui vive, le esigenze familiari, la storia contributiva, i suoi hobby.

Pensa a due persone che hanno 30 anni, nate nello stesso paese, che vivono nello stesso comune e hanno iniziato a lavorare nello stesso periodo. 

Queste due persone probabilmente si trovano in situazioni che comportano esigenze molto diverse, ad esempio una potrebbe essere imprenditore e una dipendente, una avere figli, l’altra no.

Ma nel mercato attuale che tende a standardizzare tutto, quando ci sono situazioni dalle caratteristiche simili come questa, viene assegnato lo stesso prodotto… perché mai?

Non pensi anche tu che sia una modalità semplicistica e tremendamente superficiale?

Come non mi stancherò mai di dire, deve partire tutto da un’analisi approfondita di chi si ha davanti, solo così si può fare davvero il suo interesse.

Segnale d’allarme 5: la maggior parte dei consulenti o non fa l’analisi o spaccia di farla (ma è una sorta di proforma che ha un’utilità nulla).

Immagina di essere tu il cliente Retail: il consulente per fare bene il suo lavoro, tutelandoti e sostenendoti al meglio, dovrebbe indagare almeno questi aspetti che ti riguardano:

  • situazione familiare: persone che la compongono, se figli e quanti, divorziato o separato;
  • storia contributiva: tipi di contributi, cassa di appartenenza, le prestazioni obbligatorie che lo stato già ti deve e calcolo di quanto ti deve;
  • riserve: liquidità, investimenti, proprietà (indicazioni indispensabili per capire quanto danno puoi sostenere e strutturare polizze che non siano né sovradimensionate né sottodimensionate);
  • stile di vita, hobby: per valutare ogni tipologia di rischio esistente;
  • obiettivi: per aiutarti a raggiungere i tuoi traguardi attraverso soluzioni che ti proteggono dai pericoli e che supportano la tua crescita finanziaria;
  • concetto di rischio: cosa ti spaventa, quali preoccupazioni hai, gli ostacoli che potrebbero interrompere il perseguimento dei tuoi obiettivi (così da individuare i prodotti finanziari che realmente ti sono utili e non sono, al contrario, un’ulteriore fonte di stress).

Questi sono solo alcuni punti della ricerca che andrebbe fatta e che è indispensabile per elaborare un report che illustri le criticità presenti e l’efficacia delle prestazioni già attive.

Grazie a questa analisi il VERO CONSULENTE potrà trovare le soluzioni più adatte e personalizzate per te in base alle tue necessità e ai tuoi obiettivi.

Dimostrando così di essere un partner che sta al tuo fianco e ti aiuta a realizzare i tuoi sogni, proteggendoti davvero da pericoli e imprevisti che avrebbero effetti economici devastanti.

Il cliente business

Vediamo ora come un consulente deve porsi verso un cliente di tipo Azienda.

In Italia più dell’85% delle aziende sono di tipo “micro” o “piccola”.

Le aziende di dimensioni “medie” sono circa il 4-5% e sono caratterizzate da:

  • un fatturato che va dai 20 ai 50 milioni;
  • un numero di dipendenti superiore a 20;
  • nel 90% dei casi sono di tipo familiare.

Le aziende molto grandi, definite “Corporate”, con fatturati di centinaia di milioni di euro e un numero di dipendenti di diverse centinaia (se non migliaia), sono solo una piccolissima parte del mercato italiano.

In Italia il consulente si trova a gestire quasi esclusivamente aziende micro, piccole e medie e in base alla loro grandezza, l’approccio utilizzato deve sapersi adattare per risultare efficace.

Micro e piccole imprese

In questo tipo di aziende il consulente si interfaccia direttamente con l’amministratore e la struttura dell’azienda è contenuta, snella e di tipo verticale.

L’aspetto principale è proprio proteggere la figura dell’amministratore, che nel 70% dei casi è anche fondatore e pilastro dell’azienda, una figura chiave indispensabile per la continuità e il successo aziendale.

Se viene meno questa persona o il suo contributo lavorativo, è probabile che l’azienda vada incontro alla chiusura.

Quindi, il primo obiettivo è la piena tutela della figura dell’amministratore.

Una volta raggiunto, il consulente può procedere all’analisi dell’intera azienda per tutelarne ogni aspetto.

Medie imprese

In queste aziende la struttura è più complessa, con la presenza di diverse figure chiave e manager.

Il consulente non parla direttamente con l’amministratore, almeno nei primi approcci. Questo rende più macchinoso tutto l’iter in quanto ci sono più passaggi e più persone con cui interfacciarsi.

È una situazione che, per assurdo, rende più facile la vita al cattivo consulente (che si limita a proporre prodotti standard), rispetto al buon consulente che, volendo indagare a fondo la situazione aziendale, trova sul percorso paletti e perdite di tempo per portare a termine un buon lavoro. 

Ma per queste aziende è indispensabile tutelare la parte produttiva che genera reddito e permette la sopravvivenza aziendale, ed è un’attività che richiede un’analisi profonda e precisa.

In questo contesto il primo step diventa quindi la valutazione delle caratteristiche dell’azienda, dei sistemi produttivi, delle procedure esistenti, delle figure che compongono il consiglio di amministrazione e di quelle che hanno un ruolo chiave.

Rispetto alle aziende piccole il percorso è rovesciato: si parte prima tutelando gli aspetti produttivi e successivamente si amplia la tutela alle figure aziendali di spicco.

Ogni azienda possiede caratteristiche peculiari e possono essere davvero tanti gli aspetti da prendere in considerazione per fare una valutazione accurata.

È un’attività che non può assolutamente essere improvvisata e che deve seguire un’analisi di tipo scientifico, capace di fornire all’imprenditore indicazioni reali dei rischi presenti e la loro quantificazione.

Il consulente che lavora nel tuo interesse partirà col fare la diagnosi alla tua azienda per individuare i rischi presenti e definire lo stato di salute delle 4 principali macroaree aziendali:

  • rischi legali;
  • rischi blocchi produttivi;
  • rischi produttività;
  • rischi blocchi successori.

In base ai risultati emersi, si capirà anche se è necessario far seguire analisi specifiche indagando i rischi peculiari legati al tipo di attività che svolge l’azienda.

Queste diagnosi e report vengono prima di polizze, investimenti o qualsiasi prodotto.

Sono attività che richiedono ore e ore di lavoro, in grado di far emergere punti decisivi come:

  • dove andare ad agire con il management;
  • quali blocchi ci possono essere nella produttività, quanto costa il fermo produttivo e quanti giorni l’azienda riesce a sopravvivere senza produrre;
  • se e come è misurato il benessere dei dipendenti e cosa succederebbe in caso di perdita improvvisa di una figura chiave;
  • impatto e blocchi causati da motivi di successione;
  • cosa succede in caso di perdita di dati o che finiscono in mani sbagliate a seguito di cyber attack;
  • polizze attive senza alcuna utilità reale che possono essere eliminate;
  • massimali non adeguati a coprire i rischi;
  • efficacia delle coperture lato MOG, legge 231;
  • utilizzo e ottimizzazione del welfare ai dipendenti.

E questo è solo l’inizio, il primo scavo per gettare solide fondamenta a tutela e crescita dell’azienda.

Sono davvero molti e ampi gli aspetti che riguardano la tutela di un’azienda, se ti interessa sapere in modo completo cosa ogni azienda dovrebbe ricevere dal proprio consulente, ti consiglio di guardare questa pagina

Il trucco sleale del consulente disonesto

Ti è mai capitato di sentirti dire da un pseudo-consulente qualcosa come “dammi i contratti che hai… calcolo quanto paghi in premi e ti faccio pagare meno?”

È un approccio che a primo impatto può risultare interessante, perché la promessa che viene fatta è quella di avere “lo stesso servizio a un prezzo più basso”.

Ma non c’è alcun tipo di analisi dell’azienda e nessuna verifica che le garanzie presenti nei contratti siano quelle che servono davvero… 

…cosa te ne fai di un minimo risparmio se al primo imprevisto scopri di non avere le giuste tutele e devi provvedere tu stesso – di tasca tua – a pagare il danno?

Vendita strappata a forza o con insistenza

Come hai visto, il prodotto che ti offre il consulente dovrebbe sempre esserti proposto come una soluzione specifica per una tua esigenza, mai (e ripeto, mai) dovresti ritrovarti con un consulente che insiste e insiste per venderti qualcosa, soprattutto se non hai chiaro fino in fondo a cosa ti serve.

Segnale d’allarme 6: il consulente che punta tutto sul risparmio economico (fittizio, perché una polizza inefficace ti costerà molto di più del minimo risparmio sul premio) per venderti qualcosa a tutti i costi.

I Tre pilastri per capire se hai davanti un VERO consulente o uno pseudo-consulente

Quando sei di fronte a qualcuno per stipulare un contratto assicurativo o finanziario, chiediti SEMPRE quanto segue:

Per quanto tempo mi seguirà questa persona?

Chiediti fin da principio se il tuo consulente è in grado di seguirti per periodi lunghi e con costanza.

Se puoi instaurare un vero dialogo e rapporto di collaborazione con lui.

Pensa a quanto è fastidioso interfacciarsi ogni volta con qualcuno di diverso, dover riepilogare la propria storia e magari dover discutere perché con il precedente consulente c’erano accordi che il nuovo non conosce o non vuole rispettare.

Che contratto mi viene offerto?

È forse la domanda più importante che ti devi fare se vuoi conoscere chi hai di fronte. 

Il contratto che sottoscrivi ti viene proposto e fatto firmare a scatola chiusa, oppure è costruito su misura per te?

C’è un mondo di differenza tra i due scenari:

  • nel primo caso, ormai ti sarà chiaro, subisci una vendita che avvantaggia il consulente;
  • nel secondo, invece, ti trovi in presenza di persone che ti considerano nella tua unicità e che mettono al primo posto i tuoi interessi. 

Chi dei due si merita la tua fiducia?

PERCHE’ mi sta proponendo questa soluzione? E’ veramente adatta a me oppure vuole solo vendermi qualcosa facendo leva sulla nostra “conoscenza/amicizia”?

Può capitare, più o meno spesso, che la tua figura consulenziale di riferimento ti offra “a scatola chiusa” alcuni prodotti aggiuntivi da acquistare o su cui investire.

Ma anche se ti fidi di questa persona, ricorda che deve sempre esserci una motivazione specifica sull’utilità che il prodotto ha per te.

La relazione che il consulente instaura con te si deve basare, prima di ogni vendita, su analisi, competenza e professionalità.

Ora hai un bel po’ di strumenti a tua disposizione…

Come hai appreso, lo scenario del mercato assicurativo e finanziario italiano è a dir poco sconcertante!

Pensa semplicemente ai prodotti assicurativi o finanziari che hai sottoscritto ad oggi:

  • è stato condotto un esame approfondito della tua condizione patrimoniale, prima di proporti le polizze o i contratti che hai firmato?
  • chi ti segue, ha cura di aggiornarti con puntualità e chiarezza? Si fa vivo con te oltre a quando deve riscuotere il premio annuale?
  • sai che fine fanno i tuoi soldi e cosa ti spetta esattamente nel caso si verifichi un evento a te sfavorevole?
  • conosci in dettaglio i costi delle polizze assicurative e i piani finanziari su cui hai apposto la tua firma? 

Ogni no e ogni risposta vaga che ti sei dato, corrispondono a spie di pericolo che lampeggiano sulla tua situazione patrimoniale e imprenditoriale.

Come selezionare il Consulente finanziario-assicurativo Ideale

Bene, appurato che la vendita di prodotti-servizi “al chilo” non serve (e può farti terribilmente male) e che la condizione generale del settore assicurativo-finanziario in Italia è deprimente e corrotta dal conflitto di interesse…

probabilmente ora ti starai chiedendo se esistono consulenti capaci di mettere te al primo posto e dimostrarsi partner affidabili.

La risposta è SÌ e ti riassumo brevemente i passaggi cruciali che ti dimostrano se l’impegno del consulente è indirizzato a te:

  1. in un primo momento si concentra sull’ascoltarti e sul capire le tue necessità
  2. esegue poi un’analisi approfondita e specifica per definire la tua situazione e individuare le problematiche esistenti
  3. da questa analisi scaturisce un report che riepiloga i rischi/possibilità e li quantifica in concreto: l’obiettivo è darti una foto dettagliata della tua situazione
  4. si confronta con te su quanto emerso, mettendoti anche a conoscenza di aspetti che non avevi considerato
  5. solo a questo punto individua le soluzioni su misura per te e te le propone.

In una frase:

scegli un consulente che prima ti sa dire dove hai le falle e poi trova per te le migliori soluzioni per chiuderle (non che mette toppe, che paghi tu, a caso).

E nel momento in cui il tuo consulente ti indica le soluzioni trovate, è importante che noti da parte sua la capacità di tenere in considerazione cosa puoi attivare in quel preciso momento e rispettare la tua scelta di non procedere con alcuni prodotti.

Il compito del consulente è quello di guidarti verso la soluzione migliore, considerando il contesto, il momento e le disponibilità che hai.

Quello che hai appena visto – tutto l’iter che un buon consulente deve seguire per fare il proprio lavoro al meglio, così da garantirti un presente protetto e un futuro sereno – è racchiuso in:

PATRIMONIO PROTETTO

una metodologia unica che prima analizza in profondità la tua situazione patrimoniale e poi individua le coperture assicurative e/o i piani di investimento da attivare, su misura per la tua situazione e gli obiettivi che vuoi raggiungere.

Scopri subito perché PATRIMONIO PROTETTO si distingue da tutti gli altri prodotti presenti nel mercato assicurativo-finanziario e come può essere la soluzione ideale per te: 

Alla Prossima!

Filippo Fischietti

PS: come cambia la vita di una famiglia, di un professionista, di un imprenditore, quando è affiancato da un consulente preparato, che svolge il suo ruolo con impegno, trasparenza e professionalità ineccepibile? Puoi farti un’idea leggendo queste storie.