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Welfare Aziendale: lo strumento più sottovalutato (e potente) per mettere il turbo alla produttività aziendale e ottenere importanti agevolazioni fiscali

C’è un fattore critico e molto rischioso per l’azienda, generalmente sottovalutato dagli imprenditori: la perdita di produttività.

Mille cose di cui occuparsi, il tempo che non basta mai… e quasi sempre l’imprenditore finisce con il perdere di vista uno dei più importanti elementi di successo:

il clima di benessere che si respira all’interno dell’azienda e che porta tutte le figure coinvolte a dare il meglio e non limitarsi a “svolgere il compitino” o peggio, lavorare male e svogliati.

Se è vero che asset fisici come liquidità, edifici e macchinari rappresentano un capitale importante, è ancor più vero che l’elemento che li ha generati e li rende produttivi sono le persone.

Come imprenditore ti sei mai chiesto qual è il clima che si respira all’interno della tua azienda e come puoi rendere maggiormente soddisfatti e produttivi i tuoi dipendenti?

Per gestire e migliorare la relazione con i tuoi collaboratori hai a disposizione il welfare aziendale, attraverso il quale li aiuti concretamente supportando le loro esigenze di vita.

E per te c’è un doppio beneficio: vantaggi fiscali e più produttività e “attaccamento alla maglia” dai tuoi lavoratori.

Ma prima di approfondire il funzionamento del welfare, per me è importante farti capire quegli aspetti nascosti che, come tarme, erodono la capacità produttiva della tua azienda dall’interno e di cui ti accorgi solo quando fai i conti nel bilancio di fine anno.

L’invisibile nemico che prosciuga la produttività nella tua azienda

Nella società di oggi, dove accedere alla tecnologia è molto facile per tutti, l’ago della bilancia si sposta sul peso del capitale umano: l’apporto di idee, capacità e impegno delle persone diventa sempre più rilevante per la continuità e il successo aziendale.

La perdita di produttività causata da un contributo flebile del personale aziendale è una condizione subdola perché non è appariscente e arreca danni all’azienda in modo lento.

È quindi molto importante monitorare il clima aziendale: se chi lavora per l’azienda tenderà a non sentirsi considerato probabilmente finirà per mettere in atto comportamenti con effetti dannosi sul bilancio e sull’organizzazione.

In particolare, ci sono tre situazioni che meritano la tua massima attenzione:

  • Alto assenteismo: comporta una riduzione delle effettive ore di lavoro e della capacità produttiva, può mettere in crisi la logistica dell’azienda e in alcuni casi necessita di compensazione con ore di straordinario di altri lavoratori;
  • Elevato turnover: i lavoratori cercheranno altre soluzioni e non appena ne avranno l’occasione cambieranno azienda, lasciando un vuoto operativo da colmare e il costo di formazione per il nuovo personale;
  • Ridotta produttività: l’impegno profuso dai dipendenti sarà il minimo indispensabile e a volte… anche meno del minimo, con una correlazione diretta sui ricavi dell’azienda.

Tutti questi aspetti concorrono a una perdita economica importante per l’azienda.

Al contrario, un ottimo clima aziendale e un ambiente sereno impattano sui dipendenti e li fanno lavorare al meglio delle loro possibilità. Ogni singolo individuo farà da traino agli altri, per una struttura che si intreccia, si sostiene e si rafforza a vicenda. Il Welfare ti aiuta a ottenere questo.

Welfare Aziendale: l’arma segreta delle aziende più solide

Il Welfare Aziendale è l’insieme di beni, servizi e iniziative (di natura non monetaria) riconosciuti dall’azienda ai propri dipendenti e ai loro familiari, con l’obiettivo di migliorarne la vita privata e lavorativa.

È uno strumento fondamentale nella relazione tra il datore di lavoro e chi lavora per l’azienda, che consente all’imprenditore di centrare un doppio obiettivo con una sola freccia:

  1. ottenere grandi vantaggi fiscali, di cui beneficiano sia l’azienda sia il dipendente;

  2. migliorare la qualità della vita dei collaboratori e di riflesso migliorare il clima di benessere e la produttività all’interno dell’azienda.

Per esperienza diretta noto che spesso l’attenzione dell’imprenditore è posta solo sui benefici fiscali, facilmente quantificabili e dal risultato immediato.

Ma i riflettori andrebbero spostati sul miglioramento del clima aziendale, capace di portare all’azienda ancor più vantaggi nel medio-lungo periodo.

Quello che, grazie all’erogazione dei benefit previsti dal welfare, ottiene il dipendente:

  • beni e Servizi utili alla sua vita quotidiana e della sua famiglia,
  • più potere d’acquisto, rispetto allo stesso importo erogato in busta paga e soggetto a forte tassazione,
  • un maggior equilibrio fra vita lavorativa e personale,

incide sul benessere del collaboratore e contribuisce a migliorare la sua vita e quella dei suoi familiari, donando all’azienda un lavoratore soddisfatto e motivato, che si riflette in un clima aziendale più disteso e con più intensità produttiva.

Il welfare rappresenta quindi uno strumento importante – quasi indispensabile – per favorire lo sviluppo aziendale intervenendo dall’interno, valorizzando le necessità delle persone e consolidando le relazioni tra l’imprenditore e chi quotidianamente porta il suo contributo al servizio dell’azienda.

Considerato il periodo economico particolarmente difficile, è uno dei pochi strumenti in grado di dare contemporaneamente:

  • sostegno al lavoratore (e della sua famiglia),

  • respiro all’imprenditore.

Gratitudine e Coinvolgimento dei dipendenti… ecco ciò che otterrà la tua azienda con un piano Welfare ben studiato

La poca conoscenza del welfare spesso porta a pensare che esistano solo “buoni pasto” e “buoni carburante”.

Invece c’è un’infinita possibilità di scelta sul tipo di benefit di cui può beneficiare il dipendente e si possono creare soluzioni modulari per adattarsi perfettamente al contesto aziendale.

Questo è un aspetto importante, perché ti consente di relazionarti con il dipendente, ascoltare le sue esigenze, fargli capire che stai facendo qualcosa di specifico per lui e offrirgli la soluzione che davvero gli serve.

Ecco tutte le categorie in cui è possibile far rientrare i benefit, con esempi concreti:

  • Buoni acquisto: carte regalo, buoni carburanti, prepagate supermercato;
  • Tutela della persona: polizze sanitarie, polizze per la protezione dei dipendenti stessi;
  • Mobilità e trasporto pubblico: rimborso spese per i mezzi di trasporto;
  • Cultura: biglietti per spettacoli e mostre, libri, abbonamenti a riviste;
  • Prestazioni sanitarie: visite specialistiche (per dipendenti e loro familiari), eventuali ricoveri e interventi, esami diagnostici, cure dentali;
  • Cura dei familiari: badantato, rette di degenza in strutture assistenziali, baby sitter;
  • Previdenza: tutto ciò che comprende l’emissione di eventuali premi nella previdenza complementare dei dipendenti;
  • Sport, benessere e viaggi: palestre, iscrizione ad associazioni sportive, terme, viaggi;
  • Istruzione figli: rette di iscrizione, testi scolastici, mense, viaggi studio, asili nidi, centri estivi e/o invernali;
  • Mutuo e Affitto: rimborso della quota di interessi passivi relativi alla parte mutuo del dipendente, rimborso affitto;
  • Formazione: spese di iscrizione per corsi di formazione e specializzazione.

Adottare il welfare o rimodularlo sulle reali necessità del lavoratore contribuisce alla creazione di un rapporto solido, basato su fiducia e rispetto reciproco.

I benefit erogabili attraverso il piano di welfare rientrano in due categorie che hanno trattamenti fiscali diversi: Fringe Benefit e Flexible Benefit.

È fondamentale per te conoscere le differenze, così da non rischiare di perdere il beneficio fiscale.

Fringe Benefit

Consistono in beni/servizi messi a disposizione del dipendente che vengono dati in maniera unilaterale dal datore di lavoro, senza il bisogno di interpellare dipendenti e/o sindacati.

Fino al valore di € 258,23 annuo non formano reddito per il dipendente.

Presta attenzione: se il valore è superiore, l’intero importo rientra nel reddito del lavoratore ed è completamente tassato (come previsto dall’art. 51, comma 1, del TUIR – Testo Unico Imposte sul Reddito).

Flexible Benefit

Consistono in beni/servizi che vengono erogati sulla base di accordi strutturati (regolamento aziendale concordato con i dipendenti o con i sindacati), sono esenti dal pagamento di tasse e contributi e non concorrono a costituire reddito da lavoro dipendente.

Sono fruibili per il dipendente senza anticipo monetario, avvalendosi di strutture convenzionate, o utilizzando App e Voucher.

Quando il piano di welfare è esigibile da parte dei dipendenti, perché previsto da un accordo aziendale o da un contratto sindacale che lo rendono vincolante, è considerato “obbligatorio” per l’azienda e la sua deducibilità è piena.

Come gestire operativamente un piano welfare aziendale

Esistono tre principali tipologie di welfare aziendale, anche integrabili tra loro.

Welfare da premio di risultato (o di produttività)

La legge di stabilità del 2016 ha introdotto la possibilità di conversione del premio di risultato: oggi il dipendente può scegliere se ricevere il premio in busta paga al netto della relativa tassazione oppure in servizi welfare completamente detassati e decontribuiti (sia per il lavoratore che per il datore di lavoro).

La possibilità di scelta tra premio in busta e welfare deve essere necessariamente prevista ed espressa tramite accordi aziendali o sindacali legati a maggior produttività ed efficienza.

Welfare Puro o “On Top”

È una soluzione molto flessibile che prevede la messa a disposizione di beni o servizi da parte del datore di lavoro, unilateralmente e senza il coinvolgimento delle controparti sindacali.

Necessita comunque di una regolamentazione aziendale, anche se unilaterale, e assegna un importo figurativo a categorie omogenee di dipendenti (uguale livello e mansione), fruibile in beni e servizi senza la possibilità di monetizzazione, fatta salva la fruizione di servizi che prevedono il rimborso delle spese, come trasporti o rette scolastiche dei figli.

Welfare “di Contratto”

Previsto dal CCNL di riferimento, è relativo a benefit obbligatori relativi allo specifico contratto nazionale di settore, come ad esempio auto aziendale, prestiti a tasso agevolato, concessione di alloggio, buoni pasto.

Oltre a queste tre tipologie strutturali, per la corretta gestione operativa e amministrativa è bene valutare a livello pratico se adottare una modalità di rimborso o di pre-acquisto.

Welfare rimborsuale

In questo caso si procede con il rimborso in busta paga delle spese sostenute dal dipendente, dedotte dall’idonea documentazione presentata.

Welfare non-rimborsuale

Sono beni, prestazioni e servizi pagati direttamente dal datore di lavoro senza coinvolgere il dipendente nello scambio economico, attraverso voucher o apposite piattaforme online.

Il voucher è nominativo e non può essere convertito in denaro o ceduto, riporta il tipo di bene o servizio a cui corrisponde e il relativo valore.

Agevolazioni Fiscali Welfare: quanto guadagnano la tua Azienda e i tuoi Dipendenti?

Ora sai che con il giusto piano welfare i lavoratori ricevono beni e servizi per il loro reale valore e la tua impresa risparmia sui costi, in quanto tali misure sono esenti da imposizione contributiva.

Ma in concreto quanto è il guadagno per entrambi? 

Ecco un esempio, in numeri reali, per comprendere fino in fondo i benefici fiscali.

Con 1.000 € corrisposti dall’azienda al lavoratore direttamente in busta paga:

  • il dipendente percepirebbe circa 600 € netto con tassazione ordinaria o circa 800 € con tassazione agevolata, perdendo dal 20 al 40% del valore;
  • l’azienda sosterrebbe costi di circa 1.400 €, con un 40% di maggior esborso.

Se invece lo stesso importo di 1.000 € viene erogato come benefit:

  • il lavoratore riceve servizi di pari importo senza alcuna imposizione contributiva e fiscale,
  • l’azienda sostiene un costo della stessa misura, non essendoci alcuna imposizione su tale somma.

Entrambe le parti ottengono un beneficio economico di circa il 40%!

Questo esempio reale è utile anche per farti comprendere a pieno l’aspetto legato alla soddisfazione del tuo dipendente: immaginalo contento di sapere che riceverà un premio di 1.000 € e poi… percepisci la sua delusione quando vedrà che, effettivamente, ha ricevuto solo 600 €.

Al contrario, agendo in maniera proattiva e proponendo al dipendente la soluzione del welfare, anticipando la delusione che potrebbe avere e illustrandogli come sei intervenuto per neutralizzarla, gli trasmetterai tutto il tuo impegno nei suoi confronti. Impegno che non vedrà l’ora di restituirti. 

Welfare aziendale: il punto d’incontro (e di svolta) tra la tua azienda e le persone che ci lavorano

In Italia il welfare è uno strumento ancora poco utilizzato e da parte degli imprenditori persiste una generale tendenza a sottovalutare l’importanza del sostegno e del benessere di un dipendente, che invece può contribuire in modo determinante alla crescita e al successo dell’azienda.

Migliorare la qualità di vita del lavoratore fuori dall’ambiente di lavoro, preservando il suo potere d’acquisto e supportandolo anche nei problemi significativi (ad esempio, con le cure assistenziali a un familiare) lo aiuta a stare bene e questo benessere confluisce dentro l’azienda.

Non si tratta solo di aumentare la produttività e risparmiare sulle tasse – traguardi ovviamente importanti – si tratta anche di far sentire il lavoratore valorizzato e parte attiva dell’azienda.

Il piano welfare contribuisce a sviluppare nei dipendenti un naturale senso di appartenenza, rinnovando la voglia di lavorare e di contribuire al successo aziendale.

Le persone sono motivate dall’interno, in modo inconscio, mosse quasi per senso di gratitudine.

È un passaggio fondamentale perché il dipendente non vede più l’azienda solo come un posto di lavoro ma la trasforma in un punto saldo della sua vita.

Quello che è stato rilevato nelle aziende che introducono piani welfare è:

  • forte impatto sull’employer branding: migliora la reputazione che un’azienda si costruisce come datore di lavoro;
  • riduzione del turnover: i lavoratori che stanno bene in azienda sono meno propensi a cercare altre occupazioni;
  • assenteismo ridotto: sentirsi considerati e premiati riduce i giorni di assenza, con conseguente aumento delle ore di produttività e minor necessità di ricorrere alle ore di straordinario;
  • clima aziendale più sereno e produttivo: migliora la collaborazione tra tutte le figure, si riducono le lamentele e cresce l’impegno per dimostrare di meritarsi quello che viene concesso;
  • più possibilità di acquisire nuovi talenti: i benefit rappresentano un valore aggiunto nella valutazione che figure di spicco fanno per scegliere dove lavorare.

Il piano welfare su misura per la tua azienda (e non solo)

Bene, ora hai una visione chiara e dettagliata dei benefici che il welfare può apportare alla tua azienda e di come ti tutela dal rischio della perdita di produttività.

Per massimizzare i vantaggi che puoi ottenere, il piano va sviluppato su misura e adattato alle esigenze della tua azienda, alle particolarità del tuo ruolo di imprenditore e della tua relazione con i dipendenti.

È un’attività per cui è indispensabile affidarsi a un professionista in grado di fare un’analisi specifica della tua situazione con un punto di vista esterno e con strumenti che la rendano più “scientifica” possibile.

Così da eliminare ogni aspetto fallace di valutazione personale e avere un risultato definito e attendibile e…

sì, è possibile analizzare scientificamente quanto è produttiva la tua azienda e il clima dei tuoi dipendenti.

È ciò che faccio tutti i giorni insieme alla mia squadra di specialisti, nel comparto aziende e imprenditori di Marfis Advisors.

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Alla prossima!

Filippo Fischietti

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