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Fondi pensione: come accumulare una ricchezza sorprendente e garantire solidità al tuo domani

Previdenza complementare, questa sconosciuta.

Non è una frase buttata giù a caso ma una verità triste che ci riguarda. 

La cultura pensionistica degli italiani rimane, ad oggi, fossilizzata su schemi del passato che non trovano più riscontro.

Purtroppo, nel Bel Paese continuiamo a nutrire fiducia incondizionata verso il concetto di “pensione statale”.

Gran parte degli italiani sono ancora convinti che per ottenere un reddito adeguato, quando avremo smesso di lavorare, basti versare i contributi nelle casse dell’INPS.

Mese per mese, anno dopo anno.

Perché quindi sprecare altri soldi per alimentare un fondo pensione aggiuntivo a quello tradizionale?

Tanta gente pensa che sia una “fregatura” da cui tenersi alla larga.

In fondo, siamo circondati da persone che sono riuscite a garantirsi una vecchiaia serena grazie al sistema contributivo pubblico, giusto?

Non proprio. Bisogna considerare un particolare…

…quei cittadini che vengono presi da esempio, appartengono a generazioni di un’epoca che non esiste più.

Un’epoca in cui l’occupazione era piena, con un’economia nazionale (e globale) che cresceva a un ritmo forsennato.

A far da cornice a quello scenario, c’erano fattori che ai giorni nostri sono SPARITI del tutto, come:

  • la ricostruzione del dopoguerra (che è durata vari decenni); 
  • il piano Marshall (che ha regalato tonnellate di soldi a paesi come l’Italia);
  • una produzione industriale che non aveva conosciuto ancora gli effetti mortali della delocalizzazione.

Il sistema italiano ha fatto quello che poteva per “coccolarsi” i suoi cittadini. Chiunque avesse lavorato poteva avere la sua pensione sacrosanta. Senza distinzione di classe sociale.

Abbiamo anche conosciuto fenomeni assistenziali scandalosi (ricordi le baby pensioni?) che ci hanno portato al fallimento.

Hai presente tutto questo?

Sveglia! 

L’epoca delle vacche grasse è finita per sempre.

Le cose sono cambiate in modo irreversibile.

Purtroppo devo infrangere qualsiasi tuo ottimismo su questo argomento, per il tuo bene.

Non torneremo mai più a simili condizioni economiche e previdenziali.

Ti spiego anche il perché. Seguimi con attenzione.

Il rapporto tra debito pubblico e PIL in Italia è attualmente intorno al 160%.
Un dato mostruoso che ci colloca in una posizione difficile.

Secondo il CENSIS, entro il 2040 gli over 64 saranno in maggioranza rispetto agli under 35.
Sappi che nel 1959 Il rapporto era completamente inverso.

Abbiamo un tasso di disoccupazione in crescita incontrollata.
Il lavoro è diventato precario per i dipendenti privati e complicatissimo per chi svolge il ruolo di imprenditore. 

Infatti se sei un dipendente ci sono buone probabilità che passi la tua intera vita lavorativa a strappare contratti a tempo determinato con poche tutele.
Questo ti impedirà di versare contributi in modo regolare. E alla fine Sarai punito dal sistema pubblico per i motivi che ti spiegherò più avanti.

Se invece il tuo obiettivo è quello di far crescere la tua impresa, puoi trovarti faccia a faccia con una concorrenza sleale.

Infatti, le aziende che producono in paesi in via di sviluppo possono abbattere il costo del lavoro (e pagare meno tasse).

Significa che è facile uscire fuori dal mercato e restare al verde, a prescindere dai tuoi sforzi.

I contributi per gli imprenditori? Sono quasi un miraggio, specie se sei all’inizio. 

Questi sono alcuni dei motivi che rendono la previdenza complementare e i fondi pensione, strumenti necessari alla tua sopravvivenza.

Con il loro ausilio puoi garantirti un futuro sereno senza rimanere a corto di liquidità – quando hai ancora degli anni da vivere.

Cos’è la previdenza complementare e perché è importante per garantirti benessere al termine della tua vita lavorativa

La previdenza complementare è stata introdotta in Italia tra il 1993 e il 2007, attraverso l’adozione di una serie di leggi.

Questi atti emanati dal Parlamento italiano, hanno dato forma a tutta la normativa che regola i fondi pensione.

Obiettivo di questa riforma è stato offrire al cittadino forme pensionistiche integrative rispetto a quelle già riconosciute dallo Stato.

Per quello che ti riguarda, il meccanismo alla base è lo stesso del sistema contributivo classico.

Semplificando, usi una parte del tuo risparmio per maturare una o più prestazioni economiche (di tipo privato) che potrai riscattare al raggiungimento dell’età pensionabile.

A questo punto immagino che vorrai farmi una domanda:

“Filippo, perché ricorrere alla previdenza complementare, quando puoi versare i tuoi contributi all’INPS per avere una normale pensione di anzianità?”

Tieniti forte perché quello che ti sto per dire non ti metterà di buon umore.

Nel corso degli anni sono state innalzate l’età richiesta per andare in pensione e l’anzianità minima contributiva. Quindi adesso sei costretto a lavorare più a lungo e fino ad un’età più avanzata rispetto al passato.

Non solo.

La pensione che ti spetta viene aggiornata periodicamente in base all’inflazione. Il che la rende instabile nel tempo.

L’ammontare della tua pensione pubblica dipende da diversi elementi, tra cui:

  • la tua aspettativa di vita al momento del pensionamento; 
  • quanti contributi hai versato durante la tua vita lavorativa;
  • la crescita del PIL nazionale (il Prodotto Interno Lordo è un indicatore che esprime le condizioni di salute del tessuto economico).

La conseguenza più grave è che le nuove pensioni saranno inferiori se paragonate a quelle che percepiscono i pensionati attuali. 

Significa che se ti affidi soltanto al modello pensionistico tradizionale, rischi di beccare una vera elemosina di Stato.  E cosa ancor più importante, metti in pericolo il tuo benessere e la tua dignità in un momento molto delicato della tua vita.

La vecchiaia porta fragilità fisica e mentale; immagina come sarebbe viverla senza risorse a sufficienza.

Non è un caso che molti anziani finiscono con il mendicare la compassione di figli e parenti.

È una circostanza terribile a mio avviso. E se ti vuoi davvero bene devi evitarla a tutti i costi!

Ecco perché la previdenza complementare assume un ruolo fondamentale per la sicurezza del tuo futuro. 

È come una riserva di ossigeno che viene in tuo aiuto quando hai il fiato corto. Ti impedisce di morire soffocato.

Il mio consiglio è di affiancarla alla previdenza statale

Se quello che ti ho appena descritto non basta a convincerti della necessità di aprire il tuo fondo pensione, puoi fare una cosa molto semplice.

Stima tu stesso l’importo della tua pensione (pubblica), con il simulatore di calcolo INPS.

Una volta fatto ciò, ricava pure il tuo tasso di sostituzione – il rapporto tra la tua ultima retribuzione lavorativa e la tua pensione stimata.

Se ottieni una cifra elevata, guai in vista.

Ti dico solo che nella migliore delle ipotesi i cittadini ricevono il 75% degli ultimi redditi lavorativi, come pensione.

E questo dato peggiorerà con il passare del tempo.

I fondi pensione: come funzionano

I fondi pensione sono gli strumenti con cui la previdenza complementare viene messa in pratica.

L’entità della tua pensione complementare è definita da fattori ben precisi:

  • da quanti anni versi i tuoi contributi nel tuo fondo pensione;
  • dalla somma complessiva di denaro che hai versato nel tuo fondo pensione;
  • dai margini di profitto che hai ottenuto investendo sui mercati finanziari
  • dai costi che hai sostenuto per aderire alla forma pensionistica che hai scelto.

Quando raggiungi l’età pensionabile, l’importo che percepisci è calcolato con l’ausilio di un coefficiente che tiene conto della tua speranza di vita.

Devi inoltre sapere che ci sono quattro tipologie di fondi pensione. Si tratta di capire quale tra queste ti conviene scegliere:

  1. Fondi pensione aperti (gestiti da intermediari finanziari di varia natura, assicurativi e specializzati nella gestione del risparmio)
  2. Fondi pensione negoziali (calcolati nel quadro della contrattazione collettiva, si indirizzano ai dipendenti)
  3. Piani Individuali Pensionistici Assicurativi (PIP) (creati solo da assicurazioni; con adesione esclusivamente individuale)
  4. Fondi pensione preesistenti (si chiamano così perché esistevano prima della disciplina normativa introdotta nel ‘93, che ha organizzato la materia)

“Ok Filippo, ma prima di aprire il tuo fondo pensione, quali sono le cose che devo chiedermi?”

Eccoti alcuni consigli in merito. 

  1. Controlla se il tuo contratto di lavoro contiene la possibilità di iscriverti a un fondo complementare. Spesso è l’azienda stessa a offrire questa possibilità, in base ad accordi di categoria.
  2. Compara i vari costi a tuo carico necessari per aderire alle varie opzioni.
    Puoi farlo servendoti del comparatore COVIP (è la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione, un organo di cui ti parlerò più avanti)
  3. Pondera gli investimenti che ti vengono proposti e i rischi collegati ad essi. Cerca sempre la soluzione più adatta alle tue esigenze. È un aspetto a cui dovresti dedicare notevole attenzione.

Le forme pensionistiche complementari ti offrono quattro linee di investimento per i tuoi contributi. Queste si suddividono in base al loro rischio. 

Procedendo dalle più sicure (ma con meno margine di guadagno), a quelle più rischiose (che ti offrono proventi maggiori), abbiamo:

  • linee di investimento garantite
  • linee di investimento obbligazionarie
  • linee di investimento bilanciate
  • linee di investimento azionarie

Non mi dilungherò in questo articolo sui tecnicismi. Però è importante che tu sappia che ad ogni linea di investimento corrisponde un certo rapporto rischio/rendimento.

Significa che devi essere consapevole del livello di rischio che puoi addossarti, tenendo a mente la tua aspettativa e il tuo tenore di vita, il tuo reddito, il tuo patrimonio.

Ricordati che è sempre buona regola diversificare gli investimenti che effettui. In tal modo ammortizzi gli eventuali scompensi dovuti alle fluttuazioni dei mercati finanziari.

Considera che la legge obbliga gli operatori del settore a osservare le regole di prudenza in vigore, nel tuo interesse, e chi gestisce Il tuo fondo è tenuto a inviarti una comunicazione periodica in merito, ogni anno.

In ogni caso puoi anche monitorare con costanza l’andamento delle cose con comodità da casa tua, attraverso portali e i siti web a tua disposizione.

C’è anche un’ulteriore garanzia per te:

a sostegno del corretto funzionamento della previdenza complementare, lo Stato italiano ha preposto il COVIP

È l’autorità garante con poteri di vigilanza a salvaguardia della trasparenza e della correttezza in favore del contribuente che si affida alla previdenza complementare.

il COVIP si coordina inoltre con altre istituzioni internazionali attive in questo ambito.

I vantaggi della previdenza complementare:
ecco perché dovresti aprire – al più presto – il tuo fondo pensione

Il primo beneficio di cui godi è la tassazione agevolata.

Infatti risparmi fino a 5.146 euro all’anno sul tuo reddito imponibile. Puoi dedurre i tuoi contributi versati fino a raggiungere la soglia indicata.

Detto fra noi, altre forme di risparmio non prevedono gli stessi sgravi fiscali.

Per esempio, i margini sugli investimenti generati dai fondi pensione complementari sono tassati non oltre il 20%. Tale aliquota può essere addirittura ridotta fino al 12,50% con alcune particolari categorie di investimento (titoli di stato, ed equiparati). 

Il pagamento della tua pensione complementare beneficia di un’aliquota vantaggiosa che va dal 15% a un minimo del 9%.
Questa diminuisce con il numero dei tuoi anni di contribuzione.

Il mio consiglio: se sei un dipendente investi il tuo TFR in un fondo pensione. Salveresti parecchio denaro rispetto ad assoggettarlo all’aliquota IRPEF.

Quando si parla di previdenza, lo schema generale è ottenere i tuoi soldi quando vai in pensione. 

Ma ci sono delle eccezioni che ti consentono di prelevarli totalmente o in parte con anticipo. Ad esempio:

  • Dopo 8 anni di versamenti potrai accedere al tuo fondo pensione per spese mediche, acquisto della prima casa e ristrutturazione.
  • Oppure, se perdi il lavoro e rimani disoccupato, puoi riscuotere in due battute – a distanza di 12 mesi tra di loro – Il tuo capitale.

Altro vantaggio non da poco: i fondi pensione sono degli strumenti altamente flessibili.

Ci puoi versare la tua quota periodica, o sospendere e chiuderli se necessario.

Puoi sottoscrivere più forme pensionistiche complementari contemporaneamente e addirittura cambiare le tue categorie di investimento dopo un determinato lasso di tempo.

Ancora, puoi aprire un fondo pensione anche per i tuoi familiari a carico.

Oltretutto, in caso di decesso prima del pensionamento, la tua posizione maturata viene riscattata da chi hai designato, oppure dai tuoi eredi.

A questi benefici se ne sommano altri ben più importanti.
Sono legati al ritorno sui tuoi investimenti che si accumula negli anni grazie agli interessi.

Se scegli con oculatezza strumenti finanziari che ti offrono un tasso di interesse medio intorno al 10%, il tuo fondo pensione diventa un vero e proprio mezzo di accumulo della ricchezza.

È ciò che accade ai cosiddetti “Everyday Millionaires”. Un fenomeno molto comune negli Stati Uniti d’America. 

Normali contribuenti che per tutta la vita lavorativa hanno investito parte dei loro risparmi in fondi pensione ad alto rendimento, e che oggi sono milionari.

Prima che tu mi dica che un ritorno così elevato si può avere solo a fronte di un rischio inaccettabile, ti invito a considerare quanto segue.

Ci sono strumenti finanziari di comprovata qualità che ti garantiscono profitti eccellenti. E c’è anche chi, con serietà e competenza, può aiutarti a sceglierli.

Investendo poche centinaia di euro (diciamo almeno €100-200) ogni mese per tutto l’arco della tua vita lavorativa, sarai sorpreso dalla liquidità che accantonerai. 

Non è tanto difficile arrivare all’età della pensione con 1 milione di euro in banca, se fai le cose giuste.

Ci sono degli indici azionari che continuano a dimostrare la loro capacità di generare grossi ritorni, come ad esempio lo Standard & Poor 500.

Se non ci credi, dai un’occhiata a quanto S&P 500 ha fatto guadagnare agli investitori, in media negli ultimi 40 anni.

Queste sono le ragioni che dovrebbero spingerti ad aprire subito (se non l’hai già fatto) il tuo fondo pensione. 

Specialmente se sei giovane e hai appena cominciato a lavorare, non sottovalutare l’opportunità di accumulare ricchezza e stimolare in modo decisivo la tua crescita patrimoniale.

Ma anche se sei meno giovane, hai sempre degli ottimi motivi per scegliere la previdenza complementare!

Conclusioni

La previdenza complementare è il secondo pilastro che va ad affiancarsi alla previdenza tradizionale, fornita dallo Stato.

Grazie ad essa puoi ottenere la tua rendita integrativa rispetto alla pensione che ti paga l’INPS.

Essendo tutto il sistema previdenziale italiano basato sulla contribuzione, ottieni la tua pensione in relazione ai i tuoi contributi versati.

Anche i fondi pensione rispondono allo stesso meccanismo. 

Dovrai cedere una somma di denaro con cadenza periodica per avere, una volta in pensione, un reddito che ti consentirà di non rimanere mai a corto di liquidità.

Questo ti permette di garantire il tuo futuro e di vivere una anzianità serena.

La legge italiana Individua quattro tipi fondamentali di fondi pensione. Scegli il tuo ponderando con attenzione le tue esigenze e la tua situazione di partenza, insieme al tenore e alla tua aspettativa di vita.

Inoltre, puoi ottenere degli importanti vantaggi fiscali.

Per esempio, approfitti di una tassazione agevolata non prevista da altre forme di risparmio.

Ma il beneficio decisivo viene dalla capacità di ritorno sui tuoi investimenti

Scegliendo degli strumenti finanziari adeguati, puoi accumulare dei margini impressionanti di profitto sui contributi che investi, in virtù degli interessi.

Attenzione però: tutto questo funziona SOLO se metti in campo delle effettive strategie di protezione del tuo reddito a 360°.

La ricchezza non è questione di soldi, ma di comportamenti virtuosi.

Non puoi aspettarti certezze per il tuo domani se non difendi il tuo reddito, agendo nel modo appropriato.

Come riuscirci?

In primo luogo con una gestione corretta delle tue finanze (c.d. budgeting). 

Poi, con strumenti assicurativi che fanno da scudo al tuo flusso di cassa personale. Se ti va, puoi leggere l’articolo dedicato alla protezione del reddito, in cui te ne parlo.

Un’ultima cosa.

Nel caso ti interessi la previdenza complementare, conta pure su MarFis Advisors.

Ascolteremo le tue esigenze e attiveremo il fondo pensione più adatto per farti ottenere il massimo rendimento con il minimo rischio possibile (NDA: non è una cosa così scontata con i tempi che corrono).

Forse non c’è bisogno che te lo dica, ma il mondo della consulenza assicurativa e finanziaria è una specie di girone infernale.

Un posto dove regnano incompetenza e malafede da parte di molti operatori.
Credimi se ti dico che, ogni giorno, nel mio lavoro ne vedo e sento di tutti i colori…

Prodotti standardizzati e totalmente inadeguati a coprire le tue concrete necessità, che non ti offrono alcun reale vantaggio.

Accordi che nascondono costi occulti

Contratti nulli o illegittimi

investimenti inefficaci che complicano la tua posizione finanziaria. 

A tua insaputa puoi finire col dare una mano a intermediari e consulenti che hanno poco o nulla di professionale.

Proprio per questo ho creato Patrimonio Protetto

Il primo servizio di consulenza in Italia che punta a renderti consapevole delle tue scelte in ambito assicurativo-finanziario, mettendo al centro il tuo interesse e non i prodotti.

È un protocollo basato su un metodo scientifico di valutazione del rischio, una dettagliata analisi della tua situazione patrimoniale e la definizione di strategie mirate che ne incrementino il valore nel tempo.

Molte aziende e imprenditori stanno già godendo dei risultati che questo sistema gli ha portato (puoi vedere qui alcune loro testimonianze).

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Alla Prossima!

Filippo Fischietti