Con la Legge di Bilancio 2024, ogni azienda presente sul territorio italiano (anche di proprietà estera) deve sottostare a una nuova normativa che impone vincolo e obbligo di polizza assicurativa contro le calamità naturali.
Tutti abbiamo ben presente quanto sono aumentati i disastri naturali e le drammatiche immagini di quello che rimane dopo grandine, alluvioni, incendi, terremoti.
Ma meno noto resta il peso reale, in soldi, di questi eventi.
Unicre, importante società che si occupa di garantire le coperture delle compagnie assicurative, ha certificato che in Italia negli ultimi 10 anni ci sono stati 35 miliardi di danni a causa dei disastri naturali.
Nella sua analisi ha indicato come solo l’alluvione del 2023, che ha messo in ginocchio l’Emilia-Romagna, ha causato danni per 9 miliardi ed è stato il terzo evento più grave in tutto il mondo nell’anno solare.
Ma nel 2023 ci sono state tante altre situazioni estreme, come l’alluvione in Toscana, che ha causato oltre mezzo miliardo di danni.
Episodi atmosferici che si manifestano improvvisi e in un attimo spazzano via – letteralmente – tutto ciò che l’imprenditore ha costruito in anni di impegno e sacrifici.
Se è vero che non c’è modo di evitare simili fenomeni, altrettanto vero è che oggi esistono soluzioni che consentono all’azienda di compensare tutti i danni subiti.
Anche perché le conseguenze, come scoprirai tra poco, vanno ben al di là del danno immediato.
In questo articolo ho fatto chiarezza su tanti punti importanti per l’imprenditore:
- perché il governo ha reso obbligatoria per le aziende la polizza sugli eventi catastrofali
- oltre il danno diretto: il danno indiretto e il danno consequenziale
- azienda e patrimonio protetti da qualsiasi rischio: come agire.
Il (PREOCCUPANTE) destino dell’Italia
Un recente studio dell’Università Sant’Anna di Pisa riporta che l’impatto economico di questi eventi estremi negli ultimi 50 anni si è moltiplicato.
Oltre alla maggior frequenza, le stime indicano che il costo degli eventi catastrofali aumenta anno su anno di almeno il 5%.
E una mappa interattiva de Il Sole 24 Ore mostra una proiezione, fino al 2050, delle nazioni che avranno un’intensità dei danni crescenti.
Su una scala da 3 (minor intensità) a 6 (massima intensità), l’Italia fa segnare un valore vicino al 6 e conquista, ancora una volta, il primo posto in una classifica in cui sarebbe stato meglio non entrare.
Un’impresa su tre in Italia è minacciata da eventi estremi (e da sé stessa)
Quasi il 40% delle aziende italiane sono completamente sprovviste di un’assicurazione, non solo contro i danni atmosferici, in assoluto.
Un dato allarmante che dimostra la scarsa attenzione che tanti Imprenditori hanno verso ciò che si impegnano a costruire e mandare avanti ogni giorno (e anche quanta poca considerazione ci sia degli assicuratori, in alcuni casi giustificata).
Tra i settori più colpiti dagli eventi atmosferici troviamo agricoltura e logistica.
Considerando questi aspetti diventa tristemente chiaro perché dopo il disastro in Emilia-Romagna che ha causato 9 miliardi di danni, solo per 1 erano presenti coperture assicurative.
Ma sai qual è la cosa peggiore?
Quei 9 miliardi rappresentano solo la punta dell’iceberg… prova a immaginare le conseguenze a medio-lungo termine sulle aziende, sul territorio, sulla società.
La soluzione dello Stato
Sommando la poca propensione a tutelarsi e l’aumento vertiginoso di eventi catastrofali, lo Stato ha deciso di intervenire.
Con un escamotage: obbligare le imprese, anche di servizi, ad avere una copertura assicurativa.
A mio parere l’obbligo parte da una motivazione valida: dare la possibilità di ottenere un risarcimento degno e salvare l’azienda.
E a questo proposito porto la tua attenzione sul fatto che oltre al danno immediato – che già di suo può essere devastante e mettere in ginocchio l’attività – c’è il danno indiretto.
Danno Diretto e Indiretto: tutto quello che devi sapere (e nessuno ti dice)
Immagina di avere un’azienda o anche un semplice negozio e c’è un’alluvione.
Subisci un danno economico diretto che può essere del 30, 40 o 50% rispetto al tuo patrimonio netto.
Molti sbagliano e si fermano qui nella loro valutazione.
Ma è vitale considerare anche il danno indiretto che ne consegue:
- per quanto tempo può rimanere ferma la tua attività prima di andare in default?
- qual è il danno giornaliero da fermo produttivo?
- quanto fatturato perdi, quanto margine netto perdi?
Il danno indiretto comprende tutte le perdite che maturi finché non torni alla piena produttività e devi sapere che può essere dalle 4 alle 7 volte più pesante del danno diretto!
Per questo, avere ben chiare tutte le conseguenze per la tua azienda è di vitale importanza per garantire la sua sopravvivenza.
Partiamo da un fatto consolidato: eventi atmosferici violenti non sono più “un caso eccezionale”, ma sono diventati la normalità, una costante.
Quindi, come imprenditore, non puoi permetterti di sperare che “a me non capiterà mai”, perché più che “se capiterà”, tutti dobbiamo rapportarci a una realtà di “quando capiterà”.
Nella quasi totalità dei casi, farsi trovare impreparati significa:
- elevato rischio di chiudere l’attività (costruita in anni di impegno e sacrifici)
- perdere una grossa fetta del proprio patrimonio personale (per sanare i debiti)
- ritrovarsi sprovvisti di reddito (con un inevitabile cambiamento al ribasso dello stile di vita).
Danno Diretto e Indiretto: numeri reali
Ho preso a modello 3 analisi che ho effettuato su aziende vere, rappresentative della realtà imprenditoriale italiana.
Ti mostro i loro dati per farti comprendere il concetto di danno diretto e indiretto, così da avere un’idea concreta del danno totale che si ritrova sulle spalle l’imprenditore.
Capirai come e quanto questi danni impattano e in cosa consiste un’analisi reale di “sopravvivenza” dell’azienda.
Prima del verificarsi di un evento catastrofale – e NON DOPO – è vitale sapere cosa succede se l’azienda rimane ferma e “quanti giorni di vita ha per riprendersi”.
Perché, come hai appena scoperto, il danno indiretto è stimato dalle 4 alle 7 volte più dannoso del danno diretto.
AZIENDA #1
I dati pubblici dell’ultimo bilancio riportano:
- fatturato di circa 2.800.000 €
- utile netto di circa 200.000 €
- patrimonio netto di circa 350.000 €
Sulla base di questi valori è possibile quantificare che l’azienda:
- per ogni giorno di fermo produttivo perde circa 5.000 €
- in base ai dati di bilancio può sostenere un fermo produttivo di 120 giorni prima di andare in default
- la massima perdita di fatturato “consentita” allo scopo di evitare il default è di circa 1,5 milioni di euro.
AZIENDA #2
I dati pubblici dell’ultimo bilancio riportano:
- fatturato di circa 4.300.000 €
- utile netto di poco superiore ai 500.000 €
- patrimonio netto di circa 2.000.000 €
Sulla base di questi valori è possibile quantificare che l’azienda:
- per ogni giorno di fermo produttivo perde circa 7.000 €
- in base ai dati di bilancio può sostenere un fermo produttivo di 380 giorni prima di andare in default
- la massima perdita di fatturato “consentita” allo scopo di evitare il default è di circa 7,5 milioni di euro.
AZIENDA #3
I dati pubblici dell’ultimo bilancio riportano:
- fatturato di circa 23.000.000 €
- utile netto di poco superiore ai 2.500.000 €
- patrimonio netto di circa 8.000.000 €
Sulla base di questi valori è possibile quantificare che l’azienda:
- per ogni giorno di fermo produttivo perde circa 36.000 €
- in base ai dati di bilancio può sostenere un fermo produttivo di 286 giorni prima di andare in default
- la massima perdita di fatturato “consentita” allo scopo di evitare il default è di circa 30 milioni di euro (azienda molto patrimonializzata che opera nel settore logistico).
Cosa si nasconde dietro questi numeri
Ti ho voluto mostrare queste analisi per farti comprendere cosa accade nella realtà.
Quando un evento catastrofale colpisce un’azienda, oltre al danno immediato che va ad erodere il patrimonio, ad esempio per macchinari da sostituire e/o perdita della merce in magazzino, c’è anche una lunga serie di attività da gestire al fine di tornare operativi.
In queste analisi ho preso in esame tre aziende con un’ottima gestione e conti più che in positivo.
Ma già per loro, la “sopravvivenza” dopo un danno che causa un fermo produttivo si riduce a soli pochi mesi o al massimo un anno.
La terza azienda in un solo mese di fermo produttivo perde più di 1.100.000 €!
Pensa alle tante aziende che hanno conti o patrimonio netto meno valorizzati: per loro il passare del tempo è “accelerato” e i mancati guadagni uniti alla perdita di quota di mercato portano presto alla chiusura.
Tu, oggi, sapresti rispondere alla domanda:
“quanti giorni di sopravvivenza ho, se subisco un evento devastante?”
Ciliegina sulla torta: il danno consequenziale
Ti svelo un concetto che pochi consulenti conoscono (e quindi tu sei vittima della loro scarsa professionalità): il danno consequenziale, puoi considerarlo come:
“il danno oltre il danno (diretto) oltre il danno (indiretto)”
Il danno consequenziale deriva dal danno diretto + indiretto e comprende:
- la perdita di clienti, perché non riesci a seguirli nei tempi concordati o nel frattempo hanno scelto altri fornitori;
- la perdita di immagine e reputazione, che indebolisce la competitività sul mercato.
Insomma, si innesca un effetto domino che rende sempre più difficile uscire dal pantano in cui ci si trova, fino all’inevitabile fallimento.
Quanto è alto il tuo livello di rischio aziendale? Scoprilo subito e neutralizzalo!
Bene, ora hai una panoramica esaustiva sui rischi catastrofali e le loro conseguenze.
Qualcuno dei tuoi assicuratori / consulenti finanziari / private banker ti ha mai fatto ragionare su dati come questi e su TUTTI gli effetti che un danno provoca alla tua azienda?
O si sono limitati alla superficialità di farti firmare una polizza standard, della quale non hai nemmeno capito a fondo a cosa serve?
Se hai il dubbio che le tue attuali polizze ti possono lasciare in mutande (o se continui a posticipare la loro attivazione), questa è l’occasione giusta per avere indicazioni a 360° sull’ottimale gestione patrimoniale.
Per garantirti una lunga vita come imprenditore alla guida di un’azienda solida e proficua, il primo passo da compiere è fare un checkup esaustivo, reale e comprensibile: un vero stress test per individuare i rischi che corri e valutare al centesimo il danno che puoi subire.
Perché solo se sai quali falle ci sono e cosa provocano, puoi riuscire a sanarle (molte restano impercettibili fino a quando si manifestano con violenza).
Il tuo percorso imprenditoriale è caratterizzato da continue insidie ed è vitale per te avere una barriera di protezione che ti protegge da ogni imprevisto, non solo dagli eventi catastrofali.
Qui e ora hai la possibilità di prendere piena consapevolezza di tutta la tua situazione, con il metodo unico “Azienda Senza Sorprese”:
- vieni a conoscenza di tutti i rischi non coperti e del loro impatto economico, diretto e indiretto, che avrebbero sulla tua attività;
- ottieni una visione nitida di ogni area aziendale – rischi legali, blocchi produttivi, produttività del personale, blocchi successori – come mai l’hai avuta prima;
- attivi soluzioni su misura per tutelare efficacemente te, la tua famiglia, le persone con cui lavori, gli asset dell’azienda, la continuità produttiva, il tuo patrimonio e reddito.
Grazie a questa analisi così approfondita spesso emergono polizze inutili che si possono dismettere, altre da dedurre e mancati interventi di ottimizzazione fiscale… oltre che più tutelato potresti finire anche con risparmiare e quindi guadagnarci!
Con la diagnosi preliminare “Azienda Senza Sorprese” – GRATUITA – sai subito cosa rischi e come intervenire (prima che sia troppo tardi), richiedila adesso qui:
Alla Prossima!
Filippo Fischietti